Sistemista JR, tra i suoi campi di interesse maggiori si annoverano virtualizzazione con vSphere e Proxmox e gestione ambienti Linux. È certificato VMware VCA for Data Center Virtualization.
La risoluzione rapida dei problemi è un'attività fondamentale per qualsiasi sistemista. Vediamo alcuni trucchi e suggerimenti per diventare più bravi e rapidi nel diagnosticare e risolvere i malfunzionamenti di un sistema Linux.
Nei precedenti numeri di GURU advisor abbiamo già dedicato un articolo ai comandi utili per il troubleshooting di base in ambiente Linux nel contesto della guida alle VPS, ma quando Top, PS e netstat non bastano più, bisogna rivolgersi a strumenti più avanzati. Il troubleshooting è una attività che può facilmente portare a sprechi di tempo e risorse, proporzionali alla difficoltà del problema che si sta cercando di risolvere. Per massimizzare il risultato e limitare tentativi e prove inutili è necessario agire seguendo procedure ben strutturate.
Il metodo USE – acronimo di Utilization, Saturation, Errors – è stato ideato da Brendan Gregg (autore tra gli altri di un libro sul tema: Systems Performance - Prentice Hall, 2013) e si basa su un’idea semplice quanto efficace: definire un workflow che determini il grado di utilizzo, saturazione ed eventuali errori presenti per ogni risorsa disponibile. In questo modo si restringe gradualmente il campo dei possibili fattori scatenanti, fino ad arrivare ad identificare in modo preciso la causa del calo di prestazioni del sistema.
La definizione delle risorse è piuttosto facile, si tratta infatti dei componenti fisici della macchina (possiamo applicare il metodo anche ai componenti software, ma diventerebbe molto complicato e dettagliato, forse anche troppo visto lo scenario), un server nel nostro caso, e ovviamente anche per la controparte virtuale. Processore, memoria, disco, controller, interfaccia di rete, bus, etc. Naturalmente una maggiore conoscenza della architettura porta a una maggiore velocità e precisione nell’identificazione del problema, seppur implicando una complessità e una curva di apprendimento non indifferente.
Microsoft ha rilasciato la quarta Technical Preview di Windows Server 2016. Fra le novità introdotte Hyper-V la fa da padrone con l’Hot Add di adattatori di rete e RAM, i nuovi Production Checkpoints, la nested virtualization e funzionalità di gestione diretta dei Container. Windows Server inoltre ora supporta i cluster misti con Server 2012 R2.
Read more Windows Server Technical Preview 4 è ora disponibileProxmox VE, la popolare soluzione open source di virtualizzazione della tedesca Proxmox Server Solutions GmbH, è giunto alla versione 4.0, da oggi disponibile a questo indirizzo. Proxmox VE permette di creare e gestire ambienti virtualizzati di tipo container (LXC) e macchine virtuali (KVM), storage, network virtualizzati e cluster in ambito di High Availability, il tutto tramite una comoda interfaccia Web.
Read more Proxmox VE 4.0 disponibile ora!